Test dell’acqua
Quando si parla di test dell’acqua ci sono fondamentalmente due differenti tipologie:
- I test a strisce
- I test a reagenti
A queste due si può eventualmente associare una terza categoria complementare: i misuratori elettronici del PH, dei TDS, dell’EC, della salinità e della relativa percentuale.
I test a strisce
I test a strisce sono più economici, veloci, ma inevitabilmente più inaffidabili, soprattutto nella misurazione di alcuni specifici parametri (come per esempio il PH). Possono servire, dunque, ad avere un’indicazione di massima sui valori e sui parametri dell’acqua, ma dovrebbero essere validati attraverso l’utilizzo dei test a reagenti e/o dei misuratori elettronici dei solidi totali disciolti in acqua (espressi in parti per milione) e dell’elettroconducibilità (espressa in microsiemens per cm).
All’interno del contenitore delle strisce reagenti è presente un essiccante, per contrastare l’umidità, in quanto sono molto sensibili all’umidità presente nell’aria. In base alla casa produttrice, si possono avere strisce che rilevano da 1 fino a 5/6/7 parametri. Un volta entrate in contatto con l’acqua dell’acquario, dopo pochi secondi, assumono determinate cromie, confrontabili con una scala cromatica, posta sul contenitore. Ad essa sono associati dei range: verde quando il valore è ottimale, arancione se il valore è al limite e da tenere sotto controllo, rosso se il valore non è adatto e quindi da correggere.
In linea di massima, sul contenitore del test a strisce è presente anche una data di scadenza, oltre la quale il prodotto non garantirebbe l’accuratezza dei risultati.
Dopo pochi secondi e con una spesa ridotta, è possibile avere una visione orientativa dei principali valori presenti in acquario (come per esempio PH, KH, GH, NO2, NO3, Cl2, CO2), ma, se si cerca una maggiore affidabilità ed accuratezza, bisogna dedicare alla misurazione più tempo ed un maggior investimento economico.
I test a reagenti
I test a reagenti rappresentano la scelta migliore per chi desideri avere una visione più precisa e completa dei valori dell’acqua presenti in vasca.
In questo caso, bisogna prendere circa 5 ml di acqua dell’acquario e metterla in una provetta. Al suo interno andranno inserite un numero di gocce di reagente, a seconda del parametro che andiamo a valutare.
Per esempio, ad ogni goccia di reagente, atto a misurare il KH, corrisponde 1 grado di durezza carbonatica (°dKH). Bisogna contare il numero di gocce di reagente e quando il colore vira dal blu al giallo-arancione, il valore finale del KH è dato dalla quantità di gocce inserite al suo interno.
Per quanto riguarda il PH, bisogna procedere in modo diverso. Dopo aver inserito 5 ml di acqua dell’acquario nella provetta, si aggiungono 5 gocce di reagente, specifico per testare il PH. Ad ogni goccia bisogna agitare la provetta e, dopo aver atteso 5 minuti, si paragona il colore risultante con una scheda colorimetrica allegata.
Ad ogni colore corrisponde un valore del PH. La provetta con il reagente va posta sulla fila inferiore, dove sono presenti le circonferenze bianche, in modo tale da permettere un rapido confronto con la colorimetria della fila superiore.
Questi sono solo due esempi per la misurazione dei valori attraverso l’utilizzo del test a reagenti, ma, fondamentalmente, la logica di fondo rimane la stessa, anche per gli altri parametri.
Da casa a casa, le istruzioni dei vari kit possono variare, ma il procedimento rimane lo stesso.
Il misuratore elettronico
I misuratori elettronici uniscono la praticità e l’immediatezza dei test a strisce all’attendibilità dei test a reagenti; tuttavia si possono utilizzare per misurare solo una parte dei parametri dell’acqua.
PHmetro
Il PHmetro rileva dopo pochi secondi il PH presente in acquario e, secondo la mia esperienza, questo parametro coincide con il PH rilevato dal test a reagente, ma non sempre con quello misurato dalle strisce.
TDS
Per quanto concerne il misuratore dei TDS in ppm, bisogna fare una piccola premessa.
Il suddetto strumento serve a calibrare la quantità di sali presenti nell’acqua osmotica o in quella di rubinetto, in modo tale da inserire nell’acquario l’ottimale quantità di sali durante il cambio d’acqua. Tale strumento, infatti, non va direttamente utilizzato in vasca, poiché il valore che restituirebbe non sarebbe attendibile. Nell’acquario sono presenti diverse sostanze (come per esempio i nitrati), oltre ai sali di calcio e magnesio, che andrebbero ad inficiare la lettura dell’effettiva durezza totale (°dGH). Il misuratore rileverebbe, così, una quantità maggiore di solidi totali disciolti in acqua.
Come si può vedere dalla tabella sottostante, sappiamo che i TDS equivalgono alla durezza dell’acqua (°dGH).
GH | TDS in ppm | Durezza dell’acqua |
0 – 3 | 0 – 50 | tenera |
3 – 6 | 50 – 100 | moderatamente tenera |
6 – 12 | 100 – 200 | leggermente dura |
12 – 18 | 200 – 300 | moderatamente dura |
18 – 25 | 300 – 450 | dura |
> 25 | > 450 | molto dura |
EC
Infine per quanto riguarda la misurazione dell’elettroconducibilità in microsiemens per cm, sappiamo che maggiori sono gli ioni, maggiore sarà il valore riportato dal misuratore. In acquario, come abbiamo visto nell’articolo dedicato ai valori ed ai parametri dell’acqua, la quantità di EC dovrebbe aggirarsi intorno ai 300/400 µS/cm.
I modelli di misuratori più evoluti e, di conseguenza, meno economici prevedo anche la possibilità di conoscere la quantità di sali presenti in ppm e la loro percentuale.