pesci tropicali di acqua dolce
Premetto che le specie e le relative sottospecie dei pesci tropicali di acqua dolce sono migliaia e creare una classificazione dettagliata e scientificamente esaustiva richiederebbe molto tempo ed esula da questo articolo. Quest’ultimo descrive, così, le specie più rappresentative presenti in commercio.
Finita questa doverosa premessa, ho preferito inserire i link a due database che considero tra i più completi, dove poter consultare tutte le varietà (accompagnate da foto) dei pesci di acqua dolce e marina, presenti in natura.
Per approfondire la trattazione sui pesci tropicali si rimanda a:
Le principali macro-categorie
Tra le principali macro-categorie e famiglie si annoverano:
- Anabantidi (Anabantidae)
- Anostomidi (Anostomidae)
- Aterinidi (Atherinidae)
- Caracidi (Characidae)
- Ciclidi (Ciclidae)
- Ciprinidi (Cyprinidae)
- Ciprinodontidi (Cyprinodontidae)
- Cobitidi (Cobitidae)
- Melanotaenia (Melanotaeniidae)
- Pantodontidi (Pantodontidae)
- Poecilidi (Poeciliidae)
- Serrasalmidi (Serrasalmidae)
- Siluriformi (Siluriformes)
Anabantidi
Gli Anabantidi, come il Betta Splendens ed il Gurami, provengono dal sud-est asiatico e dall’Africa.
Sono pesci dotati di un organo, chiamato labirinto, formato da una serie di membrane ripiegate su se tesse, poste in corrispondenza delle branchie. Attraverso il labirinto, gli anabantidi (chiamati anche labirintidi) riescono a respirare, sopravvivendo anche in condizioni di scarsa presenza di ossigeno. Quasi tutti gli anabantidi dedicano tempo ed energie nelle cure parentali.
Per queste due specie di labirintidi, il PH dell’acqua è compreso tra un valore lievemente acido di 6 fino ad arrivare ad un valore neutro di 7. La temperatura dell’acqua per quasi tutte le sottospecie è compresa tra i 24° e i 28° C, ad eccezione del pesce paradiso che accetta un range di temperatura più ampio (dai 16° ai 28° C).
Betta Splendens
Il Betta Splendens è comunemente chiamato pesce siamese combattente, per via della sua indole territoriale ed aggressiva. In natura si è adattato a vivere in pozze fangose, tipiche delle risaie thailandesi, sviluppando così un’abilità saltatoria con lo scopo di saltare da una pozza all’altra.
In acquario la colonna d’acqua non dovrebbe superare i 30 cm per agevolare la risalita in superficie e consentirgli così un agevole rifornimento di ossigeno. Per garantirgli salute e per permettergli di esprime tutto il suo fascino cromatico, il betta dovrebbe vivere in acque lievemente acide e tenere.
Normalmente, infatti, l’arredo consigliato per un Betta Splendens comprende legni (ricchi di tannini), torba, pigne di ontano, foglie di catappa (mandorlo indiano), preferibilmente con piante galleggianti, utili a schermare l’intensità luminosa. Il substrato dovrebbe essere scuro per non riflettere la luce artificiale.
Il corteggiamento, dopo un’iniziale fase di esibizione sinuosa, risulta essere movimentato ed energico. Il Betta Splendens è solito costruire nidi di bolle sulla superficie dell’acqua per garantire sufficiente ossigeno alle larve. A questo punto, l’esemplare femminile, per la sua incolumità, non può più rimanere nelle vicinanze del nido, poiché la difesa della progenie, da parte del maschio, risulta essere aggressiva e cruenta.
E’ un pesce abbastanza esigente, poiché richiede degli accorgimenti particolari sia in termi di valori dell’acqua sia in termini di convivenza. Il maschio di Betta non può vivere insieme ad un altro maschio perché, essendo territoriali, andrebbero in parata (esibizione di forza attraverso l’apertura delle pinne) e combatterebbero fino alla morte. Si sconsiglia la convivenza con i guppy, ma, aggiungerei, anche con i platy, vista la conformazione anatomica dei primi e l’indole caratteriale dei secondi. Comprende una grande varietà di forme e di colori.
Gurami
Il Gurami presenta delle pinne ventrali trasformate in lunghi filamenti con la funzione di veri e propri organi sensoriali. I maschi sono più colorati e presentano le pinne dorsali e anali più sviluppate e, se tenuti in piccoli acquari, possono diventare litigiosi.
Hanno in comune con i Betta Splendens l’organo respiratorio accessorio (labirinto) e, dal punto di vista comportamentale, costruiscono lo stesso nido di bolle di ossigeno come fa il Betta.
Per acquari sotto i 100 L sono più indicati i Gurami nani, come per esempio la Colisia lalia, in quanto non superano i 5-6 cm di lunghezza.
Anostomidi
Gli Anostomidi appartengono all’ordine dei Characiformes e sono caratterizzati da un aspetto longilineo e fusiforme. Sono originari delle regioni dell’America meridionale e quasi tutte le sottospecie presentano una livrea di fondo più chiara con delle strisce, macchie o fasce più scure orizzontali o verticali.
Vengono chiamati anche pesci equilibristi per via del loro tipico stazionamento con la parte anteriore rivolta verso il fondo (gli Inglesi li chiamano “headstanders”). Sono erbivori, detritivori e le alghe fanno parte della loro dieta naturale.
Aterinidi
I pesci appartenenti a questa specie sono gregari e di dimensioni ridotte, in quanto la maggior parte degli esemplari non supera i 15-20 cm. Presentano un corpo allungato e sottile; inoltre sono di temperamento vivace. Si possono trovare sia nelle acque (temperate e tropicali) costiere sia nelle acque dolci salmastre.
I principali rappresentanti sono: l’Atherina boyeri, l’Atherina hepsetus, l’Atherina presbyter , l’Atherinomorus lacunosus e l’Atherina lopeziana.
Caracidi
La macro-categoria dei Caracidi presenta un vasto gruppo di pesci, gregari per natura, originari dell’America meridionale e dell’Africa. La loro espressione fenotipica (l’insieme delle caratteristiche morfologiche e funzionali) ed il loro genotipo (ovvero la loro costituzione genetica) raggiunge un variegata molteplicità. Tale molteplicità, quindi, è espressione di variazioni genetiche ed ambientali.
I Caracidi hanno sviluppato un apparato unico tra le varie specie di pesci tropicali di acqua dolce, ovvero l’apparato di Weber. Esso ha il compito di mettere in collegamento la parte interna dell’orecchio con la vescica natatoria, amplificando la loro sensibilità verso gli stimoli uditivi.
I principali rappresentanti dei Caracidi sono: il Tetra (come il Neon ed il Cardinale), il Pesce accetta, il Pesce matita, il Pesce vedovo, il Dollaro d’argento, il Leporino fasciato, l’Anostomus ed il Piranha.
Neon
È uno tra i pesci tropicali di acqua dolce più conosciuti ed allevati negli acquari. È originario dell’America del sud e in natura vive nei torrenti e nei fiumi con vegetazione. Gli esemplari in commercio sono nati in cattività, frutto di numerosi incroci.
È di indole pacifica e tranquilla e ama formare gruppi numerosi per sentirsi a proprio agio. Nonostante le sue dimensioni predilige acquari che partono da 60-80 L, occupando la parte centrale o mediana della vasca. In acquari più piccoli, invece, tende a disgregarsi e a risultare un pò più aggressivo con i membri della stessa specie.
Pesce accetta
La strana forma di questo esemplare è dovuta ad un muscolo più sviluppato che gli permette di balzare fuori dall’acqua, coprendo una distanza anche di 1 m. Normalmente infatti occupa la parte alta dell’acquario, dove si sente più al sicuro e non disdegna affatto la presenza di piante galleggianti.
Ciclidi
I Ciclidi rappresentano una macro-categoria eterogenea per dimensioni e colori. Sono presenti in America, Africa e in Asia. Hanno una caratteristica in comune, ovvero tendono a curare e proteggere la propria prole. Alcune specie depongono le uova sulla superficie di qualche pianta, arredo o sul substrato, mentre altri le proteggono tenendole in bocca.
La temperatura dell’acqua ideale, dipende dalla specie, va dai 23,5° C fino ai 28 ° C. Per quanto riguarda i valori dell’acqua, i Ciclidi, in linea di massima, prediligono acque da lievemente dure sino ad arrivare a dure, ma non mancano le eccezioni, come per esempio il Discus che, invece, preferisce un valore del PH lievemente acido.
Tra i principali rappresentanti dei Ciclidi si elencano: lo Scalare, il Discus, il Ciclide pappagallo, il Pesce limone, Oscar, il Guapote tigre, Frontosa, l’Apistogramma ed il Ciclide nano di Ramirez.
Ciprinidi
La macro-categoria dei Ciprinidi è una delle più numerose. Non include solamente i pesci tropicali di acqua dolce, ma anche la controparte appartenete alla famiglia dei pesci di acqua fredda, come i pesci rossi (Carassius auratus), i koi e le carpe comuni di stagno e laghetto (Cyprinus carpio).
Per quanto concerne questa trattazione, verrà presa in considerazione solamente la tipologia appartenente ai pesci tropicali di acqua dolce.
La maggior parte dei pesci di questa macro-categoria ha un istinto gregario che li porta a vivere e nuotare in banchi. E’ un gruppo in costante mutamento dal punto di vista tassonomico e della classificazione. Per esempio, nel 1999 il nome scientifico Rasbora espei è stato cambiato in Trigonostigma espei; mentre solamente nel 2007 è stato introdotto il Danio margaritatus, conosciuto in acquariofilia con il nome di Rasbora Galaxy.
A seconda della specie, i Ciprinidi prediligono acque da leggermente acide (PH 6,5) passando per acque leggermente alcaline (PH 7,5), fino ad arrivare a valori decisamente più basici (PH 8-8,5), come per esempio il Barbus everetti.
Barbi
I Ciprinidi comprendono i Barbi, membri ovipari della famiglia delle carpe. Vista la loro dimensione relativamente piccola (a parte il Barbo schwanenfeldii), sono dotati di ottima vista e velocità per sfuggire ai predatori. Il loro nome deriva dalla presenza di piccoli barbigli posti all’angolo della bocca, dei veri e propri organi sensoriali con finalità esplorative e nutritive.
I principali esponenti sono: il Barbo ciliegia, il Barbo tigre, il Barbo clown, il Barbo arancione.
Danio e Rasbora
Il Danio e la Rasbora, provenienti dal sud est asiatico, sono strettamente imparentati. Sono pacifici, gregari e timidi; infatti prediligono, oltre a spazi ampi dove nuotare, anche una folta vegetazione, dove potersi nascondere.
Si possono considerare delle ottime scelte per un acquario comunitario per via della loro indole tranquilla e per le dimensioni non eccessive che raggiungono in età adulta.
Ciprinodontidi
I Ciprinodontidi vengono comunemente chiamati killifish. Sono estremamente colorati (in particolare modo i maschi), di piccole dimensioni e vivono in diversi continenti (nelle zone subtropicali e tropicali), tra cui quello asiatico, africano ed americano. La maggior parte vive in acque dolci, ma alcune sottospecie si possono trovare nei mari e in zone salmastre.
Tendono vivere in superficie e a nascondersi sotto le piante galleggianti e, alcuni , sono considerati anche degli abili saltatori. Hanno la bocca rivolta verso l’alto per potersi cibare delle larve d’insetti.
Si dividono in annuali e non annuali.
In natura gli annuali vivono in pozze d’acqua fangose soggette al prosciugamento; tuttavia poco prima di morire, le femmine depongono le uova nel fondo fangoso, le quali entrano in uno stato letargico di arresto spontaneo (chiamato diapausa), fino all’arrivo delle successive piogge.
Le specie non annuali, vivendo in un habitat non soggetto al prosciugamento, hanno una vita più lunga; le femmine depongono così le uova nella vegetazione circostante, le quali si schiudono dopo circa un mese.
Il PH dell’acqua dev’essere compreso tra i 6 e i 7 con una temperatura che parte dai 18° C fino ai 24° C; tuttavia ci sono delle eccezioni che riescono a tollerare anche i 28° C (come per esempio l’Epiplatys fasciolatus).
Cobitidi
La famiglia dei Cobitidi appartiene all’ordine dei Cipriniformi, dotati di barbigli per scandagliare il fondo che, per non arrecare loro danno, dev’essere costituito da sabbia o comunque da un substrato fine e liscio.
I Cobitidi non sono dotati di squame, perciò presentano una particolare sensibilità agli agenti chimici presenti in vasca. Per loro, in acquario, è importante garantire numerosi nascondigli e una vita gregaria e sociale; infatti è meglio allevarli in piccoli gruppi.
La temperatura ideale dell’acqua va dai 22° C ai 28° C, a seconda della sottospecie presa in considerazione.
Tra i principali rappresentanti si elencano: il Botia (lohachata, sidthimunki, striata, macracanthus), il Pangio (kuhlii) ed un piccolo gruppo di squaletti (Epalzeorhynchos bicolor, Epalzeorhynchos frenatum, Epalzeorhynchos kallopterus).
Melanotaenia
Sono comunemente conosciuti con il nome di pesci arcobaleno, per via della loro colorazione accesa e brillante.
In prevalenza provengono dall’Australia e dalla Nuova Guinea e si adattano ad un ampia varietà di parametri e condizioni. Dal 1980 sono state introdotte numerose specie; molte, invece, devono sicuramente essere ancora scoperte, specialmente nella zona della Nuova Guinea. Alcune di esse si riproducono anche facilmente in acquario.
Amano occupare la parte medio-alta dell’acquario, dove necessitano di ampi spazi per nuotare.
Il tratto distintivo di questo gruppo di pesci di acqua dolce è la doppia pinna dorsale. Questa doppia configurazione permette di abbassare o alzare in modo indipendente le pinne, in modo tale da facilitare il movimento in acqua.
Pantodontidi
A questa macro-categoria appartiene un’unica specie: il pesce farfalla africano. Il nome scientifico è Pantodon buchholzi, una specie ovipara che depone le uova in acque aperte. Il nome deriva dal greco Pan (tutto) e odon (denti).
Presenta diverse particolarità, poiché è conosciuto come un abile saltatore, grazie alle sue pinne pettorali particolarmente sviluppate, le quali gli permettono di compiere balzi anche di un metro. Tale caratteristica morfologica gli permette anche di mimetizzarsi sulla superficie dell’acqua.
La sua bocca è rivolta verso l’alto e presenta una notevole dentatura dal punto di vista quantitativo.
In acquario richiede una vasca sufficientemente capiente (di almeno 90 cm di lunghezza); inoltre ha un comportamento estremamente vorace nei confronti delle specie di dimensioni più piccole (guppy, endler, neon, platy…) .
Poecilidi
La famiglia dei Poecilidi, nativa del sud America, appartiene all’ordine dei Cyprinodontiformes e comprende circa 300 specie dalle forme più disparate e dai colori più accesi (dal greco poikilos significa dai tanti colori).
Le specie dei Poecilidi, essendo robuste, facilmente adattabili e riproducibili, vengono spesso scelte dai neofiti dell’acquariofilia. Sono ovovivipari, quindi il maschio provvisto di gonopodio (un prolungamento della pinna anale) introduce lo sperma all’interno della pancia della femmina. Al suo interno sono presenti le uova che, dopo un breve periodo di gestazione, si schiudono poco prima del parto, facendo nascere degli avannotti completamente formati ed autonomi.
Nascono meno piccoli rispetto alle specie ovipare, ma la loro percentuale di sopravvivenza risulta più elevata.
Quasi tutte le specie non superano i 4-8 cm di lunghezza e presentano una bocca rivolta verso l’alto, adatta alla vita di superficie, dove si possono nutrire di insetti e larve.
Dal punto di vista comportamentale i Poecilidi sono pacifici e sociali, tanto che alcune specie più aggressive e territoriali (come per esempio il Betta Splendens) li possono fraintendere ed erroneamente considerare come invasivi e quindi attaccarli.
Il PH adatto ai Poecilidi ricopre un range che va dai 7 ai 7,4, quindi da neutro a leggermente alcalino. La temperatura va dai 20° C ai 28° C, a seconda della specie presa in considerazione.
Tra i principali rappresentanti dei Poecilidi si annoverano: i Platy, i Guppy, i Portaspada, i Molly, gli Endler.
Serrasalmidi
I Serrasalmidi sono da poco stati considerati come una vera e propria famiglia a sé. Sono pesci di acqua dolce originari del sud America. Prima di tale cambiamento tassonomico, i Serrasalmidi erano considerati appartenenti alla famiglia dei Caracidi.
I principali rappresentanti sono: il Piranha ed il Dollaro d’argento.
Piranha
Il pesce tropicale di acqua dolce Piranha, appartenente all’ordine dei Characiformes, è originario del bacino del Rio delle Amazzoni in sud America. Può raggiungere le dimensioni di 25-30 cm. Si muove in gruppo e vive nei corsi fluviali che difende in modo aggressivo e territoriale; tuttavia, quando non si deve cibare, risulta essere un pesce perfino poco attivo e timido.
Presenta una dentatura aguzza ed affilata, dove la parte superiore della mascella serve ad ancorarsi meglio alla preda, mentre quella inferiore fornisce forza e supporto durante il taglio.
Anche il Piranha, come lo squalo, risulta essere vittima di un’immagine stereotipata, frutto di una certa cultura cinematografica, che ne ha enfatizzato l’istintualità predatoria e sanguinaria.
Siluriformi
All’ordine dei Siluriformi (Catfishes in Inglese) appartengono diverse famiglie come i Loricariidae (come gli Ancistrus), i Callichthyidae (come i Corydoras) e i Clariidae (come i Clarias).
I Loricariidae rappresentano circa un terzo di tutti i Siluriformi.
Sono pesci di acqua dolce che si adattano bene sia in acque fortemente ossigenate come fiumi e torrenti, ma anche in acque scarse di ossigeno. Possiedono un organo respiratorio supplementare che consente loro di far fuoriuscire l’anidride carbonica e comprimere l’aria ricca di ossigeno (prelevata dall’atmosfera) all’interno della vescica natatoria.
Ci sono specie diurne e specie che si attivano maggiormente al calar del sole; inoltre, dal punto di vista comportamentale, esistono pesci gregari (come per esempio i Corydoras) e pesci solitari. Tendenzialmente sono pesci pacifici e tendono ad occupare il fondo dell’acquario che scandagliano con i loro barbigli o con la loro “bocca a ventosa”.