Chimica dell’acqua
Se vi è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua.
Loren Eiseley
Le basi della chimica
La chimica dell’acqua può risultare un campo ostico e difficile, ma comprenderne almeno le basi può aiutare a garantire stabilità ed equilibrio all’interno dell’ecosistema acquario.
L’acqua, il cui simbolo chimico è H2O, è formata da un atomo di idrogeno e due atomi di ossigeno. Il numero di protoni (carichi positivamente), presenti nel nucleo dell’atomo, corrisponde al numero di elettroni (carichi negativamente), orbitanti attorno a tale nucleo.
Essendo gli atomi di idrogeno più piccoli rispetto all’unico atomo di ossigeno, talvolta accade che l’elettrone di uno dei due atomi di idrogeno venga attirato dalla forza dirompente dell’atomo di ossigeno. Vieni così a formarsi uno ione positivo (H+), chiamato anche catione, estremamente reattivo con solo un protone, poiché reso instabile e non più equilibrato dalla perdita dell’elettrone sottratto dall’atomo di ossigeno. L’ossigeno, caricato negativamente dalla presenza dell’elettrone sottratto in precedenza all’atomo di idrogeno, forma uno ione negativo (OH–), detto anche anione, ossidrilione o ossidrile. Anch’esso, come la sua controparte carica positivamente, risulta essere estremamente reattivo.
Il Ph
Il PH è la misura del rapporto esistente tra due IONI. Il rapporto tra cationi H+ (a reazione ACIDA) e gli anioni OH– (a reazione BASICA O ALCALINA) si esprime attraverso il PH, misurato su una scala logaritmica che va da 0 a 14, dove 7 rappresenta l’equilibro tra cationi e anioni. I valori sotto il 7 sono detti acidi, mentre sopra il 7 sono detti basici o alcalini. Questa scala è logaritmica, poiché ad ogni variazione di unità corrisponde una variazione del valore del PH di dieci volte.
In acquario quando il PH dell’acqua passa da 7 a 8 significa che è 10 volte più BASICO O ALCALINO. Quando il PH passa da 7 a 9 significa che è 100 volte più BASICO O ALCALINO. Infine quando il PH passa da 7 a 10 significa che è 1000 volte più BASICO O ALCALINO.
“…man mano che gli ioni idrogeno aumentano, il PH scende da 7 a 6, 5 e così via, sino a 1, che rappresenta il PH più “forte”, quello degli acidi forti…PH 6, 5, 4 indica un’acqua abbastanza acida, in grado di disciogliere piccole quantità di carbonati…è questo il PH che caratterizza le cosiddette “piogge acide”… A PH inferiori, pari a 3, 2, 1 corrispondono degli acidi abbastanza forti, in grado di produrre piccole ustioni se versati sulla pelle”.
“Ci rendiamo conto così che al diminuire del numero di ioni idrogeno, aumenta l’indice che rappresenta il PH, passando da 7 a 8, 9 … fino a 14. A 14 corrisponde il PH di una sostanza estremamente basica, come la soda caustica”.
“Per un acquario d’acqua dolce si suggerisce solitamente un PH neutro o leggermente acido (7.0 – 6.5). Per un acquario marino, al contrario, si suggerisce un PH prossimo a quello dell’acqua di mare, pari a circa 8.4: un PH leggermente basico, dunque. Per l’acqua di mare questo valore rappresenta un parametro costante, valido sia per gli acquari marini tropicali che per quelli mediterranei”.
Valerio Zupo – Piacca, Durezza & Altre Storie – Chimica dell’Acqua in Acquario
Il range ottimale
Naturalmente i valori citati poc’anzi dal Dr. Valerio Zupo, biologo marino dell’Università degli studi di Napoli, sono da considerare sempre in relazione alle specie di pesci allevate ed alle specie di piante presenti in acquario.
Il range ottimale per un acquario tropicale di acqua dolce, quindi si aggira intorno a valori del PH compresi tra i 6 e i 7, mentre l’acqua delle nostre condutture domestiche presenta un PH lievemente basico tra i 7 e gli 8 (dipende dalla zona di appartenenza). Quest’ultimi valori sono ben sopportati da diverse specie di pesci tropicali di acqua dolce, quali i Poecilidi (come i Guppy, i Molly e i Platy), i Ciclidi del Centro America, del Malawi e del Tanganica e da alcune specie di piante come la Ludwigia. Per altri tipi di pesci, invece, tali valori risultano troppo elevati, basti pensare ai labirintidi o anabantidi come i Betta Splendens e i Colisa, i vari Barbus e i Botia; anche per quanto concerne le piante, come per esempio le Anubias e le Cryptocoryne, per citarne solo alcune, si adattano bene a PH leggermente più basici.
La chimica del tutto
In conclusione, l’acqua pura non esiste, ma è solamente riproducibile in laboratorio. In natura essa si arricchisce di sali minerali, di gas e di oligoelementi presenti nell’ambiente circostante attraverso il suo passaggio nel terreno, nelle falde, nei fondali e nelle tubature. La composizione chimica dell’acqua viene così determinata da innumerevoli fattori che, in un acquario, devono essere presi in considerazione nella loro interazione globale, altrimenti si rischia di modificare un singolo parametro, senza sortire alcun effetto. Il tutto è più della semplice somma delle singole parti!
Ogni azione che noi compiamo in acquario influenza significativamente “il tutto” sopracitato: il tipo e la quantità di luce, i livelli di ossigeno, di anidride carbonica, il PH, la temperatura, la conduttività, la tensione superficiale, il potenziale Redox, il substrato, la quantità ed il tipo di specie di pesci e di piante, l’allestimento, la quantità ed il tipo di cibo, di fertilizzante ecc…
Sta all’acquariofilo prenderne atto (attraverso l’utilizzo dei test dell’acqua), agendo in modo coscienzioso e responsabile e, si spera, riparando, dov’ è possibile, gli sbagli commessi.